Ho una formazione artistica e ho convogliato la mia arte e la mia voglia di usarla come aiuto formandomi come arteterapeuta.
Lavoro a Villa Miralago da quando ha aperto e ho creato quello spazio dedicato, ad uso esclusivo, che noi chiamiamo atelier; luogo raccolto ed accogliente, uno spazio dove ognuno si può sentire protetto e privo di giudizio, dove ognuno può essere ciò che vuole o semplicemente se stesso, per alcuni anche un rifugio.
Il percorso di ogni attività è concordato con l’equipe di riferimento, poiché il mio lavoro è solo una parte di “un tutto” che produce un programma individualizzato per ogni ospite.
Importante è lavorare sul significato del “tempo”, sulle sensazioni e di conseguenza sulle emozioni appiattite dalla malattia.
Dai lavori degli ospiti emergono sofferenza e dolore, spesso insoddisfazione del risultato perché non rispecchia l’idea o il canone di perfezione che si erano prefissati; ma anche tutte le risorse, strumenti, che ognuno di loro possiede e che aiutano nel percorso.
Il linguaggio artistico consente di raccontare la propria storia, di sviluppare la creatività, permettendo di pensare “fuori dagli schemi” al fine di trovare soluzioni nuove e un approccio differente alle risoluzioni dei problemi.
Qualcuno mi ha definito: “Restauratrice di Anime”, riferendosi al mio nascere professionalmente come restauratrice di dipinti. Ho accolto questa definizione con gioia, mi piace pensare ad ogni persona come ad un’opera d’arte unica e irripetibile, un misto di fragilità e di forza.
Penso che sia nell’arteterapia che nel restauro servano dedizione, pazienza, amore e capacità di vedere e far riaffiorare cosa di bello si nasconde sotto la “superficie”.
Federica C.
