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Un gomitolo di sofferenza insespressa

Sono Chiara, ho 20 anni e vengo da Vicenza.
All’etá di 15 anni ho cominciato a soffrire di disturbi alimentari, nello specifico di anoressia.
Quello che mi ha spinto a raccontarmi oggi é la speranza di poter essere d’aiuto a qualcuno che vorrá leggere la mia storia e sentirsi meno solo, finalmente compreso e sostenuto.

Sin da quando ero bambina venivo considerata una buona forchetta e pensavo che il cibo fosse mio amico.
Spesso, peró, venivo giudicata dalle altre persone per il mio corpo leggermente piú robusto rispetto agli standard della societá.
A Luglio 2018 ho voluto cominciare a perdere peso e a dicembre dello stesso anno non riuscivo piú a vivere serenamente il rapporto con il cibo.

Ho ho avuto diverse riprese e ricadute, finché ho deciso di voler stare bene.
A Febbraio 2021 sono entrata nella comunitá di Villa Miralago, dove ho sostenuto il percorso che mi ha permesso di guarire.

Il meccanismo che innesca un disturbo alimentare é molto complesso e unico, varia da persona a persona.
Lo descriverei come un gomitolo di sofferenza inespressa che affonda le sue radici in disagi sociali e personali.
Tutti questi nodi si accumulano nel tempo e trovano nel disturbo alimentare la loro forma di manifestazione.
Spesso accadono vicende molto dolorose, talvolta traumatiche, che non si riesce a elaborare emotivamente da soli.
Ci si sente impotenti, inutili ed indegni, perché si basa il proprio valore in ció che facciamo e non in quello che siamo.

Come soluzione si cerca di controllare l’assunzione di cibo, l’apparenza del nostro corpo.
Il cibo é vita e senza di esso non possiamo sopravvivere.
Non mangiare rappresenta quindi la paura di affrontare la vita, la paura di non essere in grado, di non essere abbastanza, di essere sbagliati.

Per lungo tempo non mi sono accorta di avere un disturbo alimentare. Non avrei mai pensato di poter soffrire di una malattia del genere.
Grazie ai medici e ai miei genitori, ho preso piú consapevolezza che stavo perdendo la mia vita a causa del mio DCA.
É stato difficile realizzare ció, perché mi identificavo con la mia malattia.

Ho deciso di chiedere aiuto quando mi sono resa conto di aver perso tutto, quando ho avuto paura di morire.
Nello stesso periodo ho anche conosciuto una persona guarita dall’anoressia che aveva creato la sua famiglia, aveva trovato il lavoro dei suoi sogni e si sentiva realizzata nella sua vita.
Questo mi ha fatto credere che anche io avrei potuto mettere fine a questo dolore e avrei potuto ricostruire la mia vita e rinascere.
Affrontando il percorso di guarigione ho ricominciato a riconoscere il valore della mia persona al di lá del mio corpo.
Ho riscoperto l’importanza di coltivare le mie opinioni, i miei desideri,le mie necessitá e le mie passioni.

Ricominciando a mangiare, ho dato le energie necessarie al mio corpo per sentirsi vivo ed essere grato a se stesso per le meravigliose esperienze che mi permette di fare.
Con la mia famiglia siamo diventati ancora piú legati; ora abbiamo una comunicazione molto piú aperta, sincera e ci sosteniamo a vicenda ogni giorno. Siamo diventati una vera squadra.
Ho cominciato a credere che gli altri possano amarmi e volermi bene per ció che sono. Di conseguenza non sono piú disposta a perdere me stessa un’altra volta.

Ora reputo che la malattia faccia parte del mio passato.
Ovviamente ha modificato anche il mio presente perché senza di essa, non sarei la Chiara di ora.
Mi sento molto piú leale con me stessa, piú flessibile, riconoscente, grata alla vita che ho e che plasmo ogni giorno.

Ogni tanto temo ancora che quel mostro possa tornare, ma stavolta non sono sola.
So cosa comporta soffrire di disturbi alimentari e so che quei sintomi non sono la soluzione alla mia sofferenza.

La vita é tutto quello che abbiamo e dobbiamo prendercene cura: non siamo soli in questo.
Alle persone che oggi giorno soffrono di disturbi alimentari, vorrei dire di affidarsi alle persone che possono aiutarle.
Il disturbo alimentare é come sabbie mobili e da soli é impossibile uscirne.
Bisogna affidarsi e pian piano affrontare le proprie paure, perché ció che ci aspetta dopo la rinascita vale davvero la pena.

Chiara

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